Storiella

Si è messo in viaggio ma senza bagagli, il macigno che doveva trascinarsi dietro era talmente pesante che glielo faranno trovare già a destinazione pronto per gettarglielo addosso e sotterrarlo.

Al pensiero si schiarisce la gola e si ripete davanti allo specchio “ce la farò –ce la farò –ce la farò” come un mantra. Certo come inizio non è dei migliori ma caspita far peggio di quell’altro è impossibile. Insomma, chiunque se la caverebbe meglio, o no?

Dubbioso getta uno sguardo al calendario, è ora di mettersi in viaggio, dieci giorni dovrebbero bastare ma di questi tempi viaggiare non è cosa tanto semplice.

E se lo fermeranno? Deglutisce. Sente nelle orecchie la voce grattante del presidente che ribadisce i divieti di spostarsi da comune a comune, da regione a regione. Uhm, perplesso guarda il calendario, scarabocchiato di giallo, rosso arancione e pensa che boh, non sa come facciano gli altri ma lui non ci capisce niente di queste cose. Lui i suoi giorni li vuole tutti liberi a disposizione, da colorare a seconda di come gli gira e di quel che succede. “ci si può spostare solo per comprovate ragioni di lavoro, salute, necessità”… di nuovo quel ronzare minaccioso mentre legge il modulo, su quale di queste dovrà mettere la crocetta? In fin dei conti potrebbe essere lavoro, ma anche salute e perbacco… mai come questa volta necessità.Anzi… DISPERATA necessità.

Sospira, pensa che se in alto le idee sono poche e ben confuse chi lo fermerà sarà sicuramente dotato di buon senso e spirito pratico ma soprattutto CUORE e, anche senza certificazione e motivo valido chiuderà un occhio e lo lascerà passare. Anzi, ora sorride, si aspetta anche una bella pacca sulla spalla, e un “siamo tutti con te vai, vai, vai e facci sognare!”. Si sente meglio ora. Ma solo per un secondo, l’ansia da prestazione lo attaglia fino a togliergli il respiro.

Il passo è pesante, lo sguardo afflitto, il cuore serrato, quando esce dalla porta per mettersi in viaggio.

Fuori qualcuno lo aspetta.

È lei.

Vestita di verde come sempre. Sorridente nonostante tutto. Non esita un istante. Lo piglia a braccetto e gli chiede con voce comprensiva “Come va DUEMILAVENTUNO?” “Come diavolo vuoi che vada SPERANZA?” ma ora gli occhi gli sorridono e lo sa, sarà dura ma ce la metterà tutta per farle dimenticare quello di prima, a lei e a tutti gli altri!