Andiamo a teatro?

– Perché no? – Risposi a mia sorella quando me lo chiese
– E’ la rassegna teatrale gratuita che fanno qui in paese potremmo andare già questo giovedì!
– Perfetto a giovedì.
In settimana mi arriva il suo messaggio di conferma “Oh sommo facchino a che ora passo a prenderti giovedì?” Sommo Facchino sono io, ossia l’addetta al ritiro pacchi/ corrispondenza di qualsivoglia corriere o postino, che piglio, firmo, ritiro e poi riconsegno a casa dei miei.
– Controllo io dov’è…
– No, no per carità Laura guardo io…
– Macchè fidati tanto sicuramente sarà in piazza probabilmente dove ero andata al corso
– Ok…
Controllo in google, apro la visuale 3d e le mie supposizioni trovano conferma è proprio dove pensavo che fosse.
Ieri sera quindi do indicazioni a mia sorella. Parcheggio piazza semideserto le dico “ecco se riesci a parcheggiare qui poi dobbiamo solo attraversare la strada”. Mi lancia un’occhiataccia del tipo “qui potrebbe parcheggiare anche un dinosauro” ferma, scendiamo e attraversiamo nel mentre le dico – ecco è proprio qui di fronte, vedi quella porta illuminata è là!
Poi vedo una coppia di persone con gli ombrelli aperti, diluvia, (io e mia sorella che usciamo insieme non poteva essere altrimenti!) che si affretta verso la porta e un senso di appagamento mi pervade, aver azzeccato la strada sprigiona in quelli come me la stessa soddisfazione di chi è riuscito a scalare l’Everest. Le due imprese non saranno forse paragonabili ma la soddisfazione credetemi sì! Mentre ci avviciniamo altre persone arrivano chiudono gli ombrelli e si infilano nella porta che si apre ripetutamente. Io sorrido compiaciuta e le dico – Vedi? Stanno arrivando tutti, non credevo nemmeno ci fosse così tanta gente!
Giovani, meno giovani, adulti mi piaceva pensarli tutti a teatro. Un pubblico così eterogeneo non me lo aspettavo in effetti. Entriamo e tutti che si salutano e ci salutano sorridendoci, leggermente incuriositi forse, ma estremamente cordiali. Lancio un’occhiata a mia sorella e le mormoro con il fare di chi ha colto l’atmosfera “eh il pubblico del teatro di paese è abituale, sicuramente si conoscono tutti!” Lei annuisce perplessa mentre io assaporo questa sensazione di appartenenza, di gruppo, e ci involiamo dietro agli altri che salgono le scale. Al secondo gradino mia sorella mi fa notare – Laura… sento suonare! Io replico con un cenno della mano come se non fosse di nessuna importanza e con un –staranno sicuramente facendo le prove per lo spettacolo! E mentre saliamo fra le note abbozzate di trombe e tromboni ad ogni gradino compare una locandina “concerto” “spettacolo” “la banda in piazza”. Getto un’occhiata in cima alla scala dove intravedo una porta che sembra aprire su un’aula e mi viene il dubbio di non aver azzeccato la strada nemmeno questa volta. Fermo mia sorella al termine della prima rampa e in angolo lasciamo passare un paio di ragazzini che ridacchiano per chiedere ad una signora gentilissima – mi scusi è la prima volta che veniamo ma forse abbiamo sbagliato posto…- Lei sorride con il sorriso di chi aveva già capito tutto – cosa cercate? – il teatro! – Quindi mi dice che no lì fanno le prove della banda, il teatro è nello stesso complesso ma nello stabile a sinistra. C’è una scala ma esterna. Ringrazio e salutiamo e mentre il defluire di persone punta verso l’alto e noi scendiamo, dalla cima della scala uno dei ragazzi incontrati prima ci grida – comunque se cambiate idea venite a sentirci suonare!
Io e mia sorella usciamo sorridenti, un pochino compiaciute come capita alle donne di una certa età, dicendoci che il ragazzino era stato molto carino. Arriviamo allo stabile a fianco direttamente dal vialetto dello stesso giardino, troviamo la scala e il cartello con scritto “teatro piano primo”. Ora siamo nel posto giusto. Saliamo per la scala completamente deserta e io constato – è un po’ buio qui… – forse siamo ancora in anticipo replica lei – ma non c’è nessuno! – ribadisco dalla cima delle scale di fronte ad una porta chiusa.
– Lo avranno rimandato – dice lei mentre legge le comunicazioni affisse. Io perplessa osservo il paese dall’alto e azzardo dubbiosa – ehm… quando hai detto che era lo spettacolo?
– Giovedì! E oggi è giovedì sono sicura…!
– Sì sono sicura anche io che oggi sia giovedì ma Luis… quale giovedì del mese era?
– Dici che ho sbagliato data?
– E’ vagamente possibile sì… è un’ipotesi quantomeno.
– Ma no sono sicurissima.
– Ok proviamo a chiamare a casa.
Tu-tu-tu –Pronto?
– Alma (mia mamma) dovresti farmi una grossa cortesia potresti controllare la data dello spettacolo di questa sera? Era di giovedì o di venerdì?
– Aspetta controllo – spiegazza il volantino e dice – era il 16!
– Oggi è il…? – mi domando ad alta voce
– 17 – risponde mia madre
– 15 oggi dovrebbe essere il 15 – dico io ripensando ad una fattura emessa
Mia sorella non smette di sghignazzare allegramente, mentre la pioggia continua a cadere e io penso a quelli della banda che se hanno una finestra che guarda dal nostro lato ora stanno ridendo pure loro delle “strane due” incontrate prima. Ecco perché il ragazzino sghignazzava mentre ci invitava a tornare. Ci credo, aveva previsto tutto…!!!
– Il 15 Laura oggi è il 15 – conferma mia madre dopo aver verificato sul calendario.
Ringrazio e riattacco, mia sorella è in preda alle risate – piaciuto lo spettacolo? – le chiedo.
– Intenso ma breve
– Neh? Io nemmeno lo facevo così divertente e invece…
Saliamo in auto e le dico seria “domani visto il successo pare che replichino… torniamo?”