Piccola appiciccosità

Le giornate calde hanno un meraviglioso vantaggio… il bagno! Sì perché possiamo restare in ammollo nella vasca tutto il tempo che vogliamo senza preoccuparci di dover aggiungere acqua bollente per riportarla ad una temperatura decente per chi è freddolosa come me, ed inoltre l’acqua si raffredda molto lentamente. Così ieri sera prima di andare a letto sono sprofondata in una coltre liquida per più di un’ora, lasciando che problemi e preoccupazioni vi naufragassero, rendendomi libera di chiudere gli occhi, rilassarmi davvero e fantasticare. Pensieri slegati che nuotando tornavano a galla, insieme a ricordi, emozioni, speranze. Il tempo si disintegra e perde importanza, queste idee a briglie sciolte, oramai liquide, della stessa consistenza dell’acqua, ti trascinano come ruscelli ove da tempo la tua mente non si azzardava a tornare e tu sprofondi dentro la vasca e dentro te stessa.

E stai bene.

E’ un po’ come se una parte di noi bistrattata e dimenticata per mancanza di tempo abbracciasse l’altra stringendosi in una stretta di serenità totale.

Poi, lei, puntuale come sempre, a metà bagno arriva senza farsi scorgere e ti lancia un “mrrrrièè”, tenero, carico di rrrr e èèèè accentate quasi a dire “ehi tutto bene lì dentro? vieni fuori ora?”, due piedini minuscoli si appoggiano sul bordo e due occhi giganti si specchiano nei tuoi per sincerarsi che tu, prezioso apriscatole, sia ancora integro e perfettamente funzionante. Sorridi, inclini la testa e la chiami. A questo punto rassicurata lei getta un’occhiataccia a tutta quell’acqua che ti circonda e se ne zampetta via pensando “bah, umani chi li capisce è bravo!”. All’istante naufraghi nuovamente nella tua fase relax e ti scordi di tutto, gatto compreso.

Più di un’ora è trascorsa abbandonata in questa meravigliosa “pausa da tutto il resto” e, complice l’acqua oramai tiepida e la pelle delle mani spiegazzata, decidi di uscire dalla vasca ma appena ti sporgi… la vedi. Silenziosa,  con le zampette tirate a sé in una posa che le conferisce un’estrema serietà quasi professionale, sdraiata al centro esatto del tappeto dove dovevi appoggiare i piedi. Ti lancia uno sguardo dal basso verso l’alto “Dormiamo qui stanotte? No, perché io preferirei il letto!”. Piccola, piccola appiccicosità che mi segue in ogni stanza, sempre con me… in ogni mio stare, dentro ogni mio sentire. Provo una tenerezza infinita per questo esserino che con discrezione non fa mai mancare la sua vicinanza, mi asciugo, ed entrambe scivoliamo nel letto e nei sogni.