Fusa dal ponte: MAX di Anita Barbarossa

DEDICATO A MAX

Siamo venuti a prenderti fino alla stazione di Moncalieri, in un tiepido mattino di dicembre del 1990.  Mi sembrava quasi che la primavera fosse dietro l’angolo.

Finalmente i capi famiglia avevano capitolato di fronte alle mie insistenze.

Nel piazzale antistante la stazione c’erano molte auto e un furgone bianco. Avevo il presentimento che tu fossi lì dentro.

La signora fece scorrere la portiera e prese la gabbietta.

Eri così brutto, una paccottiglia di pelo con dei furbissimi occhi gialli.

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Fusa dal ponte: ERICA di Annamaria Salamida

Ed ora sono qui….Buon miao umani, Erika vi miagola dal ponte. Ho trascorso un bel po’ di tempo con voi, sedici anni da quel lontano capodanno del 2001 in cui mi trovai, non so come, in un nuovo posto, insieme a due impiastri che sono diventati, poi, i miei dispensatori di croccantini.

Tu mamy, fissata con i clic, scattavi foto per un nonnulla….questa?Fusa-dal-ponteL”hai fatta diventare quasi un santino, non c’e` stanza della casa dove non ce ne sia una.

Mi ritraevi anche nei  momenti di ingattamento  dopo esserti divertita a farmi la crestina sul crapino….ma si puo`?

 

 

 

Fusa dal ponte Se saltano sul tavolo per slecchettare un po` di lattino dalla tua tazza ….taaaacccc partiva il clic. Vabbé, era il tuo passatempo preferito , a me, invece, piaceva essere pastrugnata sul pancino, ma per usufruire di questo trattamento mi dovevo rivolgere all’umano….vi assicuro, era bravissimo ed io andavo in solluchero. La tana era tutta mia, non ho mai permesso che ci mettesse zampa altro mio simile, si ogni tanto veniva a trovarmi quel bambascione di bau di nome Diky, ma a lui lo concedevo, e qualche mese fa me lo sono ritrovati fra le zampe qui sul ponte…Santa pazienza!

Quando era inverno, quanti pisolino schiacciato davanti la stufetta che faceva un calorino di beatitudine! Fusa-dal-ponteMa era bello anche sdraiarsi lunghi lunghi sul pavimento per acchiappare un raggio di sole che riscaldava tutto il pellicciotto.

 

 

 

 

A te umana, ti costringeva a giocare con me con la pallina di stagnola, per non dire si tutte le volte che la notte ti buttano giù dal letto, senza se e senza ma, perché` dovevo necessariamente bere alla spina nella vasca da bagno ….mieheheheh Insomma, abbiamo attraversato insieme un bel peźzo della nostra esistenza, ma come per tutte le cose c’e` un inizio ed una fine e il 12 novembre , guardandoci .negli occhi abbiamo deciso insieme che era giunto il momento di fare il grande salto… il nostro non e` un addio, ma solo un arrivederci, magari tra moooooltissimoooo tempo, nel mentre continuate a prendervi cura dei pelosetti meno fortunati che vivono in strada. Vi fuso amorevolmente

Erica di Annamaria Salamida